La Parvovirosi nel cane e nel gatto
Molteplici sono le patologie infettive che colpiscono i nostri cani e gatti, tra quelle più diffuse e più pericolose troviamo sicuramente quelle sostenute dal Parvovirus. Questo piccolo virus è il responsabile della Parvovirosi o Gastroenterite emorragica infettiva del cane e la Panleucopenia infettiva del gatto.
Cos'è la Parvovirosi, malattia dei cuccioli?
La Parvovirosi è una malattia infettiva che si riscontra molto più facilmente nei gattini e nei cuccioli di cane molto piccoli o senza vaccinazione. L'agente eziologico responsabile di questa patologia è il Parvovirus, un virus molto piccolo ma altamente contagioso che nella maggior parte dei casi è in grado di causare la morte degli animali che lo contraggono. Ci sono diverse varianti nel cane che negli anni hanno subito delle mutazioni (CPV 2a, 2b e 2c); nel gatto invece esiste una sola variante, la FPV. Il virus è dotato di una notevole aggressività capace di distruggere le giunzioni tra le cellule intestinali. Distruggendo del tutto i villi intestinali, determina inoltre un abbassamento delle difese immunitarie con scadimento delle condizioni dell'animale fino a condurre il paziente a morte.
Come avviene l'infezione e quali sono i sintomi
La Parvovirosi si trasmette per via diretta, ovvero tramite il contatto diretto animale sano-animale malato, e per via indiretta, quando l'animale sano viene a contatto con l'ambiente in cui è stato o è transitato un animale malato che ha rilasciato le sue deiezioni. Il contagio avviene per via oro-fecale. Una volta che nell'ambiente viene eliminato il virus con le feci, esso è in grado di sopravvivere anche per mesi, resiste alle alte temperature. Considerato la sua facilità di trasmissione è più facile che la malattia si trasmetta in ambienti molto affollati come canili, colonie feline oppure in quei posti dove transitano molti animali.
Il primo campanello d'allarme è sicuramente l'abbattimento, spesso dovuto alla febbre elevata in fase viremica. Nell'arco di poco tempo si verifica anoressia, nausea e successivamente vomito incoercibile e diarrea profusa che con il susseguirsi delle scariche diventa emorragica. Questo è il momento più critico per la vita dell'animale poiché il virus sta distruggendo i villi intestinali e si inizia ad instaurare una grave disidratazione.
Diagnosi di parvovirosi
Quando il proprio cucciolo inizia a manifestare stato di abbattimento e i primi episodi di vomito e diarrea è utile condurlo tempestivamente dal veterinario al fine di riequilibrare con fluidoterapia gli squilibri elettrolitici che possono insorgere. I casi che non sono trattati precocemente possono andare in contro ad uno stato di shock che porta il soggetto già abbattuto ad avere un ulteriore aggravamento delle condizioni.
Per noi veterinari sicuramente l'anamnesi ci aiuta a fare diagnosi. I soggetti più a rischio sono sicuramente i più giovani con età inferiore ai 6 mesi, svezzati precocemente o con parassiti intestinali. Un'altra categoria a rischio è data da quei soggetti che sono stati vaccinati troppo presto, in quella fascia d'età in cui gli anticorpi materni sono ancora presenti e quindi il vaccino è neutralizzato, oppure che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale.
La visita clinica ci permette di ottenere le prime conferme. Il soggetto si presenterà con dolore addominale e le anse intestinali si presentano piene di liquido. La misurazione della temperatura, in base alla fase in cui ci si trova, potrà oscillare tra ipertermia (febbre) oppure ipotermia (temperatura inferiore ai 37°C). Se il vomito e la diarrea sono già insorti si nota un forte stato di disidratazione e abbattimento.
A questo punto risulta di fondamentale importanza, per avere una diagnosi e capire lo stato in cui ci troviamo, effettuare delle analisi del sangue. Un emocromocitometrico e un biochimico sono necessari per la valutazione degli elettroliti, dello stato dei globuli rossi e dei globuli bianchi ed eventuale perdita di albumine. I reperti di laboratorio più frequenti sono sicuramente l' anemia, la panleucopenia (abbassamento del numero di tutti i globuli bianchi) e l'ipoalbuminemia.
Se con questi risultati il sospetto diagnostico è molto forte, per avere la diagnosi di certezza è necessario l'utilizzo di test specifici quali la PCR o test rapidi che danno risultato di positività in pochi minuti.
Cosa fare se il cane o gatto ha la parvovirosi?
Purtroppo non abbiamo molte armi a nostro favore. L'unico consiglio è quello di ricoverare l'animale in una struttura adeguata già dai primi sintomi. Il paziente necessita di un monitoraggio continuo e non c'è un protocollo terapeutico applicabile allo stesso modo per ogni soggetto. Le cure vanno adattate alle esigenze e alla clinica del singolo animale.
Prima di qualsiasi cosa vanno riequilibrate le perdite di liquido con una fluidoterapia per via endovenosa continua. Questi soggetti spesso perdono elettroliti che devono essere reintegrati. Ancora l'anoressia porta all'ipoglicemia, che se non corretta con integrazioni di glucosio può portare a crisi convulsive da ipoglicemia e nei casi più gravi a morte.
Il medico veterinario deve prontamente trattare queste alterazioni ed impostare una terapia per bloccare il vomito e, considerata la fragilità della parete intestinale, evitare che ci possa essere risalita dei batteri dall'intestino alla circolazione sanguigna somministrando antibiotico al fine di evitare la setticemia. La priorità in corso di parvovirosi è far sì che l'animale ricominci ad alimentarsi il prima possibile e che l'intestino riprenda a lavorare. Così facendo si cerca di limitare le carenze nutrizionali. La prognosi è riservata e solo con il passare dei giorni e l'evoluzione della malattia si può capire se il paziente sarà in grado di superare la malattia ed essere fuori pericolo.
Alimentazione corretta per superare la Parvovirosi
Non esiste una reale alimentazione corretta per superare la malattia. Durante la degenza è consigliato l'utilizzo di cibo sondabile. Per i soggetti che superano la malattia, sicuramente l'alimentazione più indicata è una dieta medicata gastrointestinal molto digeribile. Questa alimentazione è consigliata per almeno 15 giorni superata la malattia.
Consigli del veterinario
Come possiamo evitare che il nostro cucciolo di cane o di gatto si ammalino?
La profilassi vaccinale è di fondamentale importanza; il periodo ottimale in cui si consiglia di effettuarla è sicuramente dopo le 8-10 settimane di età del cucciolo, quando le difese immunitarie materne non sono più attive e il cucciolo si trova ad essere sì privo di anticorpi che lo difendano dalle infezioni, ma con un sistema immunitario pronto.
Importante per il cane non portarlo in ambienti in cui ci sono stati altri cani se non hanno ultimato il primo ciclo vaccinale, non potendo escludere che siano passati di lì animali malati. Ciò non vuol dire che il cucciolo non debba uscire e socializzare, ma si consiglia di farlo entrare in contatti solo con cani sani e regolarmente vaccinati.
Nel caso in cui in casa c'è stato un animale con Parvovirosi e si voglia introdurre uno nuovo è bene effettuare una disinfestazione degli ambienti, cambiare le ciotole, coperte e cucce utilizzate dal cane malato. Gli ambienti esterni possono essere trattati con candeggina tenuta a contatto prima del risciacquo per almeno 24h. Solo così si riuscirà a debellare il virus.
Se in casa ci sono sia cani che gatti, anche se in letteratura ci sono pareri discordanti sull'infezione tra le due specie, si consiglia pertanto di tenere i pazienti infetti lontano dagli altri animali di casa nel caso in cui questi ultimi non fossero stati correttamente vaccinati.