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Problemi di sovrappeso dopo le feste?

I recenti festeggiamenti hanno messo a dura prova quella forma fisica tanto agognata durante l’anno: pranzi, cenoni, colazioni a base di panettoni e così via. Spesso, il periodo post-feste lascia spazio all’amara consapevolezza di aver messo su qualche chilo di troppo. E per dirla tutta le festività e gli sbagli culinari hanno coinvolto anche gli animali da compagnia più amati al mondo. 

Secondo l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente), più di 3 milioni di animali domestici sono in sovrappeso e rischiano l’obesità.

 

 

Il loro intestino, il loro metabolismo e la loro diversa natura rendono questi alimenti estremamente pericolosi per la loro salute: il cioccolato contiene una sostanza eccitante che gli amici di zampa non riescono a metabolizzare; la cipolla può causare nel cane l’anemia emolitica; l’avocado contiene una particolare tossina pericolosa per la salute dell’amico peloso; uva e uvetta possono causare vomito e dissenteria. 

È difficile resistere alla richiesta di quegli occhioni languidi, eppure elargire del cibo destinato al consumo umano agli amici di zampa non è assolutamente salutare: sono pericolosi e ipercalorici.

La sovralimentazione è altrettanto pericolosa. Il cane o il gatto in sovrappeso è un animale con un peso corporeo che supera del 20% il peso ideale; è un peloso che presenta problemi respiratori e circolatori, reumatismi, displasie, diabete mellito o malattie cutanee; è un peloso la cui aspettativa di vita risulta fortemente ridotta.

È possibile valutare l’eventuale sovrappeso dell’animale mediante un eccellente spirito d’osservazione e un esame repentino dei punti giusti, eliminando l’utilizzo di bilance, misurazioni e tabelle indicative: se tastando la parte superiore delle cosce all’altezza del bacino non si rilevano immediatamente le costole o le sporgenze del bacino, il ventre appare proteso verso il basso o il collare costringe la zona, allora l’animale è decisamente in sovrappeso. 

In generale, una dieta consigliata dal veterinario di fiducia, un incremento del consumo energetico e una riduzione del contenuto calorico riescono a rispondere alla necessità di far tornare in forma l’amato pet.

La nuova dieta prescritta deve essere introdotta in modo graduale e deve sapersi affiancare a nuove abitudini: aumentare la quantità del nuovo alimento man mano che si riduce quella precedente; evitare gli spuntini fuori pasto o l’ulteriore somministrazione di alimenti destinati al consumo umano; incrementare le attività ludiche e quindi l’esercizio fisico dell’animale con lunghe passeggiate, interminabili corse, fantasiosi percorsi di agility e divertenti situazioni di gioco. 

Dal canto suo, proprio l’AIDAA si è preoccupata di diffondere un vademecum di regole indispensabili per risolvere una situazione ormai diventata un’emergenza del periodo post festività, e non solo: cambiare la routine, spingere i pet al movimento, eludere un’alimentazione fai da te e costruita sulla somministrazione di golosi spuntini, eccetera.

La vita sedentaria e alcune particolari condizioni fisiche (sterilizzazione, vecchiaia e simili) impediscono quel giusto equilibrio tra l’apporto calorico e il consumo energetico responsabile della forma fisica dell’animale e del suo benessere psicofisico.

La restituzione di una forma fisica ottimale si trasforma così nell’occasione per imparare a conoscere e ad attribuire l’apporto alimentare di cui necessita ogni amico peloso.

Il cane in sovrappeso

Trovare la giusta combinazione tra razione giornaliera ed elementi nutritivi necessari non è assolutamente semplice. È necessario considerare le specificità del singolo animale quali età, taglia, sesso, disfunzioni, intolleranze alimentari e così via. 

L’alimentazione deve essere strutturata principalmente sulla base delle singole necessità imposte dalle fasi di vita dell’animale: svezzamento, gravidanza e allattamento, sterilizzazione, età adulta e così di seguito.

Quasi sempre dopo il nutrimento materno a base di colostro, un secreto che contiene anticorpi e antimicrobici, si passa a una fase di svezzamento incline a sviluppare al meglio ossa, muscoli, apparato digerente, pelle e pelo del cane (nelle prime fasi dello svezzamento è preferibile nutrire il fido con apposite preparazioni, spezzettate e ammorbidite con acqua). Nell'alimentazione dei cuccioli, l'acqua non può sostituire il latte vaccino, la cui composizione chimica è alquanto diversa da quella del latte materno.

Le razioni giornaliere devono seguire un percorso inversamente proporzionale all’età: fino ai 4-6 mesi di età il cucciolo dovrà mangiare 3 volte al giorno, in seguito poi sarà possibile nutrirlo con 2 pasti quotidiani. 

 

 

La pianificazione dell’alimentazione di un fido però deve saper tener conto della voracità della razza, dell’eventuale tendenza congenita al sovrappeso e quindi della comparsa di disturbi quali displasia dell’anca, displasia del gomito, diabete e simili (come accade per i Labrador, i Cocker Spaniel, i Bassotti a pelo lungo e i Beagle).

Il gatto sovrappeso

Il benessere del felino domestico passa anche dal suo nutrimento quotidiano. L’alimentazione scelta e la somministrazione di una corretta razione quotidiana rappresentano scelte importanti e doverose.

Gli amanti di questi flessuosi pets dovrebbero saper calibrare il nutrimento quotidiano in base all’età, al peso, allo stile di vita e alle condizioni di salute: un pasto troppo abbondante potrebbe condurre all’obesità; una razione sfornita dei principi nutritivi fondamentali potrebbe causare disfunzioni e problemi all’intero organismo. 

La corretta formula alimentare si conquista con la conoscenza del mondo felino: il gatto è un animale carnivoro in senso stretto, preferisce alimenti umidi e tiepidi, rifiuta i pasti troppo molli, incorrere in diversi problemi digestivi legati all’abuso di latte, preferisce l’acqua pura e sempre fresca, eccetera.

La verità è che non esiste una regola alimentare applicabile in tutti i casi. Ogni esemplare, a prescindere dalla razza di appartenenza, presenta necessità proprie, differenti e uniche.