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Veterinario comportamentalista

L’importanza del rapporto mente-corpo è un concetto che vale per tutti gli animali, uomo compreso. Infatti, molti di noi non sanno quanto sia importante anche per i nostri amici animali avere un corretto equilibrio tra corpo e mente. Ė sempre più diffusa la consapevolezza di quanto l’aspetto psicologico influenzi quello fisico e viceversa, tanto da rendere sempre più diffusa la figura del medico veterinario comportamentalista: vediamo bene chi è e di cosa si occupa questo specialista. 

A questo scopo, dobbiamo prima di tutto introdurre un concetto importante: se il mio cane ha un problema cardiaco lo porto a visita dal cardiologo; se il mio gatto ha un problema visivo lo porto dallo specialista oculista; e se il mio cane ha un problema comportamentale, lo devo far visitare da un medico comportamentalista. Il medico veterinario comportamentalista è infatti un laureato in medicina veterinaria che ha seguito un percorso di specializzazione, teorico e pratico, grazie al quale è in grado di emettere diagnosi di patologie comportamentali. Ė quindi un medico con competenze etologiche, cliniche e zoopsichiatriche, che può quindi effettuare una diagnosi, identificare una data patologia comportamentale e stabilire una prognosi, individuando obiettivi e tempi utili per la terapia riabilitativa.

La medicina comportamentale infatti è una branca della medicina veterinaria che si occupa del benessere psicologico dell’animale. La FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani) ha stabilito dei requisiti che devono necessariamente essere rispettati da un medico veterinario per potersi definire esperto in comportamento. La medicina comportamentale non esclude però che il medico abbia una approfondita esperienza e conoscenza clinica, che risulterà fondamentale per il corretto svolgimento della sua professione.

Infatti, nel caso di un animale che venga portato a visita, il medico comportamentalista dovrà prima di tutto escludere la presenza di patologie organiche, cliniche, che possano causare un’alterazione del comportamento, e quindi dovrà stabilire che si tratti di una patologia comportamentale vera e propria, di tipo quindi primario. Una volta appurato questo, la valutazione psichiatrica dell’animale sarà quindi fondamentale per stabilire se quello che si prospetta è un problema gestionale o di relazione con l’animale, ovvero se si tratta di un comportamento normale per l’animale, che però non viene accettato o che anzi infastidisce il proprietario; oppure se si tratti di una patologia comportamentale, psicologica del soggetto. 

Nell’ultimo caso sarà infatti fondamentale la stretta collaborazione del medico veterinario di fiducia con il comportamentalista. La scelta di ricorrere ad un medico veterinario comportamentalista ha differenti motivazioni. Si richiede una consulenza comportamentale per: 

- avere un consiglio nella scelta di un animale da introdurre in casa in dipendenza delle contingenti condizioni familiari, per avere un aiuto nella gestione del nuovo arrivato di casa soprattutto nei primi giorni o mesi, per impostare correttamente una relazione con il nuovo amico ed equilibrare la famiglia ormai “allargata”,

- risolvere casi in cui l’animale presenti comportamenti che destano preoccupazione, comportamenti che il proprietario ritiene, riferisce e riconosce come patologici. Si possono verificare ed evidenziare in questi casi comportamenti quali paura, fobia, aggressività, difficoltà di comunicazione, rifiuto nell’obbedienza, ecc,

- gestire comportamenti che non sono accettati dai proprietari o che addirittura vengono definiti molesti e difficoltosi da gestire,

- imparare a comunicare con il nostro amico, per imparare a interpretare quello che sta provando a dirci con i suoi gesti e sguardi. In questo caso particolare, intervenire nell’ambiente domestico, nel suo ambiente di vita, potrebbe risultare vantaggioso.

Una volta che si è deciso di rivolgersi ad un medico comportamentalista, il medico predisporrà una visita di valutazione per stabilire la presenza o meno di un disagio o di un problema comportamentale. Il primo contatto telefonico servirà al medico per raccogliere tutte le informazioni utili per poter stabilire dove e come svolgere la visita. Egli infatti potrà optare per una visita in un ambiente neutrale o una visita all’interno dell’ambiente naturale del cane. La prima alternativa prevede che l’animale con i suoi proprietari ed il medico si rechi in un contesto neutro, quindi fuori casa, magari in un campo recintato.

Questo potrà essere utile in specifiche circostanze definite dal medico, come ad esempio nel caso in cui la famiglia riferisca che il cane sia possessivo. Oppure si potrebbe optare per una visita domiciliare, e quindi il medico si recherà negli ambienti di vita del cane. Il medico, in questo caso, riuscirà a valutare completamente quella che è la gestione quotidiana, gli atteggiamenti della famiglia nei confronti del cane e l’atteggiamento del cane stesso nell’ambiente che sente proprio. Molte saranno le valutazioni che il medico potrà fare in questo caso, avendo a disposizione una condizione simil naturale. Molte volte, però, per comodità la visita comportamentale si realizza nello studio del medico. 

Durante la visita, il veterinario provvede a definire l’anamnesi del cane e raccoglie quante più informazioni possibili riguardo la storia del cane, i rapporti familiari con i suoi padroni ed il suo fare quotidiano. 

La parte della visita comportamentale in cui si realizzano colloqui e osservazione dei comportamenti e relazioni dell’animale con la famiglia è una parte fondamentale per la comprensione della situazione. Solo al termine di tali indagini sarà possibile esprimere una diagnosi ed impostare una terapia riabilitativa corretta, equilibrata e adeguata. Nel caso in cui sia necessario, il comportamentalista può ricorrere all’uso di farmaci, prescritti ad hoc, sulla base delle altre condizioni patologiche che eventualmente interessano l’animale. 

Ormai gli animali stanno sempre più rivestendo un ruolo centrale nella vita di tutti noi. Hanno un posto sempre più grande nella nostra vita quotidiana. Garantire loro il benessere fisico, l’assenza di malattie, l’assenza di sofferenza e di dolore e la possibilità di vivere serenamente, di esprimere quotidianamente il loro repertorio comportamentale, è un atto di amore indiscutibile. Al momento dell’adozione di un nuovo animale, ci assumiamo infatti una serie di responsabilità, che ovviamente interessano anche la sfera emotiva. Ecco perché la medicina comportamentale si fonda in gran parte sulla prevenzione di problemi della sfera comportamentale, oltre che occuparsi della loro gestione nel caso in cui si realizzino. 

Come accade anche per noi padroni, anche nel caso dei nostri amici animali, il benessere psicologico pone le basi per una vita lunga, serena e felice.