Il gatto si considera anziano dall’età di 10-12 anni di vita, quando inizia a modificarsi molto gradualmente il suo metabolismo. Per capire quale piano alimentare è migliore per un gatto anziano, è importante capire prima quali sono i problemi più comuni, per poi capire come evitarli o aggirarli per mezzo dell’alimento che forniremo, presumibilmente per tutto il proseguire della sua vita, visto che questi problemi lentamente, continueranno a peggiorare. La prima cosa è che un gatto anziano tende a muoversi meno, perché inizia ad avere problemi con le articolazioni, ma tende anche a perdere massa muscolare e tende ad aumentare il grasso, come conseguenza del poco movimento, e questo chiaramente non è un bene. L’età influisce in negativo sullo stato del pelo, sullo stato del sistema immunitario e sul sistema cardiocircolatorio.
Nel gatto anziano ci sono problemi digestivi: il gatto anziano inizia ad avere problemi nello scomporre le sostanze che mangia, motivo per cui l’alimentazione deve necessariamente cambiare, per questo si passa ad un cibo umido per gatti anziani. Inoltre, fattore da non sottovalutare è che il cibo umido è morbido: se un gatto è anziano e ha problemi dentali, gengivali, gastrici o intestinali lo mangerà e lo digerirà meglio rispetto al cibo secco. Il consiglio è di affidarsi ad alimenti per gatti anziani, che sono più digeribili rispetto a quelli degli animali adulti; tuttavia bisogna fare attenzione al fatto che abbia un buon quantitativo proteico, perché troppi grassi o carboidrati in questa fase potrebbero causare ingrassamento, che va evitato; inoltre si suggerisce una buona quota proteica nell’alimentazione.